«Ibant Magi qua uenerant». La ricezione di Sedulio nella processione quotidiana presso la Basilica della Natività in Betlemme
  «Ibant Magi qua uenerant». La ricezione di Sedulio nella processione quotidiana presso la Basilica della Natività in Betlemme
Titolo «Ibant Magi qua uenerant». La ricezione di Sedulio nella processione quotidiana presso la Basilica della Natività in Betlemme
AutoreCarlo Giuseppe Adesso
Prezzo€ 9,99
EditoreEdusc
LinguaTesto in Italiano
FormatoAdobe DRM

Descrizione
Dal 1384 i Francescani di Terra Santa, custodi della Basilica della Natività in Betlemme, realizzano e conducono una processione – scandita da soste, canti e preghiere – che ha il suo fulcro nella venerazione della santa Grotta, ove Cristo nacque da Maria Vergine. In una delle tappe principali della processione (col tempo divenuta quotidiana) si cantano le parole di un inno composto dal poeta cristiano Sedulio, vissuto nel V sec. Partendo da tali presupposti, l’autore si interroga sui motivi che abbiano spinto i Figli di san Francesco ad adottare le parole di tale antico e ignoto poeta all’interno dell’ordo. Nei tre capitoli che lo compongono, lo studio si sofferma dapprima su Sedulio. Ne tratteggia l’identità storica e ne analizza la produzione poetica, dalla quale emerge una solida ortodossia nicena, che ha meritato a Sedulio l’elogio di «evangelista del verso», «poeta verax» e «scrittore cattolico». Il secondo capitolo ricostruisce in sei tappe le intricate vicende storiche che hanno caratterizzato l’arrivo e la permanenza dei Francescani in Betlemme, influenzando così il percorso della processione votiva e plasmandone l’ordo. Il terzo capitolo è dedicato all’inno seduliano A solis ortus cardine, da cui i Francescani hanno tratto le parole ancor oggi cantate quotidianamente presso l’altare dei Magi, una delle tre tappe eminenti – e per questo vincolate dallo Statu quo – all’interno della santa Grotta della Natività. Ne è conseguito un viaggio affascinante, che si snoda lungo un arco cronologico di oltre sei secoli. Uno scavo accurato, ricco di scoperte e colpi di scena. Da Virgilio a Lutero; dalla pietas alla dulcedo; dalle Crociate ai giorni nostri: questo e molto altro è rintracciabile nei versi di Sedulio, confluiti in quel «sismografo» che è la processione quotidiana a Betlemme. Storia e teologia – come pure letteratura e filologia – armonicamente intrecciate, rendono il testo chiaro nelle premesse, solido nelle argomentazioni e convincente nelle conclusioni. Carlo Giuseppe Adesso, sacerdote dal 2005. Ha studiato a Roma e Bologna. Ha collaborato con la Nunziatura Apostolica in Italia. È stato direttore caritas della Diocesi di San Marino-Montefeltro e Arciprete della Cattedrale di San Leo. Ha effettuato un’esperienza triennale presso la Custodia di Terra Santa, dove ha insegnato omiletica e lingua/cultura italiana. Ha conseguito il Dottorato di ricerca presso la Pontificia Università della Santa Croce in Roma. Insegna Storia della Chiesa medievale, moderna e contemporanea presso gli Istituti Superiori di Scienze Religiose di Rimini e Forlì. Invitato per un corso alla Pontificia Università della Santa Croce (dipartimento di Storia della Chiesa). Conduce su Radio Maria il programma: Florilegio di papi: storia del nostro album di famiglia. Ha pubblicato per Tab: Excerpta di Storia della Chiesa (2022); Pio VII. «Non debemus, non possumus, non volumus» (2024); e per Solfanelli: Omelie sul Natale e sull’Anticristo (2021); Omelie sulla Passione nella Terra del Signore (2024).