«Nessuno avrebbe potuto intuire, in quegli anni di vento e libellule e Alpi lontane, il tema di fondo di questa storia. Che in realtà è semplice: la natura collettiva dell’amore. In una notte qualsiasi, notte di nuove inquietudini e scuola media, Giorgia sognò una rosapesce quasi perfetta. La notte successiva noi tutti sognammo un gattoserpente rudimentale. Da quel momento Giorgia per noi non fu mai più una bimba-ginocchia bucate». Con questa semplice e perfetta scelta di parole, Zanotti definisce il passaggio all’età adulta, e di converso il tema dell’infanzia smarrita ma sempre presente, del «doppio» (il cuore del racconto) che si ripresenta per tormentarci con ciò che vorremmo ancora desiderare: giocare a moscacieca, perdendoci nella nebbia.
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