Con quella modestia, che La predistingue, La S. S. volle presentarmi la Sua Opera «I mesi dell'anno Ebraico» affine di avere il mio avviso prima di pubblicarla. Io la lessi col maggior piacere, dacchè vi si comprendono nozioni storiche ed archeologiche sulle nostre solennità che indubbiamente si potranno leggere con grande utilità dalla gioventù israelitica, al cui insegnamento Ella ha dedicata la vita intiera. Se di vantaggio riescirebbe il di Lei lavoro in ogni tempo, opportunissimo mi pare che dovrà tornare ai giorni che corrono, in cui con minor fervore sono pur troppo coltivati gli studii sacri dai nostri giovanetti, mentre tanto bisogno dovrebbero sentire di premunirsi contro tante irreligiose tendenze. Faccio voti cordiali pertanto, affinchè il suo scritto, fatto di pubblica ragione, Le ottenga quel premio, che non dovrebbe mai fallire a chi dedica il suo tempo all'incremento della Virtù e della Fede: la ricompensa celeste e la pubblica approvazione. Umsà hhén vescéchel tóv beené eloím veadám.
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