Nel 1971 la Tigon British Film Productions (o più semplicemente Tigon) era una piccola casa di produzione cinematografica britannica, che funzionava anche da catena di distribuzione, e che dal 1966, anno in cui l’aveva fondata Tony Tenser, aveva prodotto 16 film che tra alti e bassi avevano riscosso un certo successo. Tra questi vale la pena di ricordare Il grande inquisitore (Witchfinder General) (1968), Black Horror - Le messe nere (Curse of the Crimson Altar) (1968), La vampira nuda (La vampire nue) (1970) e Terrore e terrore (Scream and Scream Again) (1970).
Sempre nel 1970 viene prodotto The Beast in the Cellar che si rivela essere un fiasco completo. Occorreva risollevarsi. Ed allora la Tigon British Film Productions in collaborazione con la Chilton Film and Television Enterprises si rivolgono a Robert Wynne-Simmons perché butti giù una sceneggiatura per un film che sappia coniugare il mistero con l’orrore in una atmosfera rarefatta di un piccolo villaggio inglese del 18° Secolo. La regia del film viene affidata a Piers Haggard, che aveva debuttato l’anno prima facendosi notare per il film I Can't... I Can't.
Haggard legge la sceneggiatura di Simmons e lo convince a rielaborarla con il suo aiuto. Ne esce fuori una narrativa singolare e coesa.
Lo stesso Haggard poi convince Marc Wilkinson, un compositore australiano che aveva precedentemente lavorato al fianco di Haggard al National Theatre, a comporre la colonna sonora del film.
Wilkinson nel film annota una serie di riflessioni personali che, inequivocabilmente, tendono a virare il timone sonoro verso l’area dell’intimo. Ne viene fuori una musica appena percepibile ma rigorosamente acustica, spesso anche ermetica, essenziale e radicale, profondamente influenzata dal tema del film che porta lo spettatore in un lungo cammino, con la profonda consapevolezza di essere predestinato a prendere coscienza delle sottili tematiche che irradiano la sua anima.
È sicuramente una delle migliori colonne sonore che abbia mai sentito in un film.
In breve, un piccolo cult che vale la pena di riscoprire. Della presente opera in forma cartacea ne esiste una in Bianco e Nero ed una a colori.
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