Che cosa dire del contenuto – forse perfino troppo rarefatto? - poco, pochissimo e per due motivi, il primo è che si tratta, in fondo, di un romanzo breve e nulla più, mentre il secondo attiene alla natura del racconto. Chi ha letto Alleluyah, capirà che questo scritto ne è l’estremizzazione conseguente, dopo che l’umanità, ridotta all’osso, è quasi tutta confluita definitivamente in Dio.
Il tema trattato con una certa audacia mentale, è decisamente blasfemo, ma plausibile.
Dopo miliardi di miliardi di miliardi di anni, un numero enorme di big bang, universi reinventati e ricreati, “alla fine dei tempi”, come possono vivere la prosecuzione dell’autocoscienza i pochi superstiti?
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