Dal libro: La sposina intanto, circondata dalle donne, si lasciava ammirare ed invidiare, facendo girare gli anelli sulle dita, più stordita che contenta, rispondendo a monosillabi.
- Che bel matrimonio nevvero?
Marta si voltò. La bionda incipriata le stava alle spalle, col suo fare lezioso, di protezione.
- Bellissimo - rispose Marta.
- Anche lei è sposa da poco tempo nevvero?
- Sei mesi.
- Io conosco molto suo marito; siamo cresciuti insieme. È un simpatico giovane!
Obbedendo alle leggi naturali, Marta le avrebbe dato uno schiaffo; ma frenandosi e dominandosi, riuscì ad abbozzare un sorriso.
La buona signora Merelli intervenne, chiedendo alla sorella di Toniolo se fosse guarita da una nevralgia che aveva sofferto.
- Sì, sì, sono guarita perfettamente. Ma nevvero che molte ragazze sarebbero state felici di sposare Alberto Oriani?
- Senza dubbio; eppure egli ha preferito questa sposina, nè io so dargli torto - tornò a dire dolcissimamente la signora Merelli.
- Già, le ragazze del paese non hanno i vezzi delle cittadine, - esclamò con enfasi la sorella di Toniolo. - A proposito, non si è saputo più nulla dell'Elvira, la maestra?
A questa improvvisa e inopportuna domanda, la signora Merelli stette per perdere le staffe, osservando che Marta impallidiva. Tossì, tuttavia, si spianò le gale dell'abito, e disse col suo bel candore:
- E chi ci pensa più? Manca da tanti anni!
- Oh! questo non serve - rimbeccò l'altra malignamente, - quando si sono lasciati certi ricordi dietro a sè... Non dicevano che avesse avuto un figlio?
- Quante calunnie!
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