La Sottana del Diavolo
  La Sottana del Diavolo
Titolo La Sottana del Diavolo
AutoreNeera
Prezzo€ 1,00
Editoreniccia
LinguaTesto in Italiano
FormatoDRMFREE

Descrizione
Dal libro: Si ammucchiarono così nel modesto tinello del parroco pervaso da una luce monastica e da un odore misto di incenso e di rinchiuso seriche gonne ricoperte di falpalà, trine, nastri, busti di raso bianco e di raso carnicino, calze di seta traforate, guanti, fazzoletti di trine, camicie sottili trasparenti, fibbie, fiocchetti, cinture, mantelline, tutta una ondata di morbidezze, di baluccichii, di profumi, di colori e di forme nuove. Certi nastri si attorcigliavano a guisa di serpentelli vivi intorno alle dita rugose della vecchia serva; da certe aperture di busto sembrava uscire uno scoppio di risa provocatrici e folli; non ridevano pure frementi ad ogni scossa le trine arricciate in fondo alle sottane, fluide tra le mani inesperte come se volessero prendersi giuoco dei loro nuovi padroni? Più di una volta don Assalonne incespicò nello strascico di un abito da lui retto con braccia maldestre; gli caddero gli occhiali in una scarpetta bianca tempestata di lustrini e quando volle cercare più tardi il suo breviario lo trovò prigioniero fra un mazzo di ricci biondi e una scatola di belletto. - Santo Dio, che cosa mi è mai capitato! - mormorò il buon prete con una inquietudine che cresceva di minuto in minuto. L'Agata, infocata nei pomelli delle guance, ficcava gli occhi in mezzo a quegli splendori non risparmiando le osservazioni. - Domando io se queste sono camicie! una tela di ragno è più solida; cerco inutilmente le camicie vere, perchè già non è possibile che la defunta signora abbia indossato questa ragnatela senza avere una vera camicia. E come poteva camminare con queste scarpe che si piegano nelle mani a mo' di un giunco? soffiare il naso in questi fazzoletti che non basterebbero a coprire l'ostia consacrata? - Non mischiate il sacro col profano, - ammonì severamente don Assalonne. - Già ci siamo occupati anche troppo di questa roba. Occuparsene però dovette ancora il buon curato contro suo genio nei giorni seguenti, perchè avendo annunciato dal pulpito che c'era una eredità da dividere tra i poveri del paese, la sua porta fu presa d'assalto. Le donne principalmente non chiudevano più occhio alla notte facendo calcoli sopra calcoli, pensando ognuna di rifornirsi di abiti e di biancheria collo spoglio della defunta. I Serpinelli, in qualità di parenti, avanzavano le maggiori pretese e quantunque non avessero saputo più nulla della Ester fin dal giorno lontano della sua fuga, mostravano di interessarsi con maggior diritto degli altri. Ma siccome il testamento parlava chiaro dei poveri di Spadafora senza precisare alcuno il parroco non potè tener conto delle querimonie dei parenti. Poveri poi in Spadafora lo erano, dal più al meno, tutti, eccettuato il farmacista, l'oste e poche altre famiglie.