Questo è un romanzo assolutamente “ludico” nel senso che il gioco portato avanti dall’Autore con una certa autoironia, si svolge sì in un contesto storico – quello dell’anno mille – ma senza particolari vincoli di fedeltà documentale, pur nel rispetto di un minimo di autenticità garantita dalle fonti. In ogni caso c’è di tutto nel romanzo, monaci improbabili, maghi e demoni, nobili, Papi, Re e Imperatori, belle donne, momenti arcani, circostanze violente, situazioni tenere, terre lontane e luoghi ancora immersi in un paesaggio bucolico, con una realtà sociale di estrema povertà e quasi di barbarie. I personaggi realmente descritti sono pochi e c’è una unità di tempi e di luogo nei quali i protagonisti si muovono, forse più tipica della rappresentazione teatrale che del romanzo classico.
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