L’Agonia di Roma
  L’Agonia di Roma
Titolo L’Agonia di Roma
AutoreSchriftsteller Verschiedene
Prezzo€ 0,99
EditoreSelf-Publish
LinguaTesto in Italiano
FormatoAdobe DRM

Descrizione
Leggendo questo Agonia di Roma viene spontaneo fare un paragone con la politica attuale. Sembra infatti di rivivere le stesse situazioni. Basta il seguente brano a dimostrarlo: Salviano grida nel quinto secolo che le pubbliche dignità hanno l'unico scopo di depredare, e Simmaco vede pericolanti i fondi suoi africani per l'ingordigia dei magistrati, che fanno man bassa di essi, essendo lontano il padrone. Nome vano è quello delle leggi, esclama dolorosamente il pagano patrizio, quando esse sono corrotte da coloro che le debbono far osservare. Immensi erano i bisogni dello Stato pericolante, per le guerre interne e le invasioni dal di fuori, per lo sperpero della corte e dei cortigiani, per l'alimentazione delle ignave plebi urbane, per il continuo riscatto che Roma doveva pagare ai barbari minacciosi. E le fonti della pubblica e privata prosperità erano quasi inaridite! La fiscalità dominava tutto. Buona parte delle leggi costituivano un immane organismo fiscale, a cui nulla sfuggiva. Tutto era incerto, tutto in pericolo, tutto da un momento all'altro poteva essere inghiottito dalla marea barbarica: il sistema fiscale era più stabile d'ogni altro ordinamento, più implacabile del barbaro.Temistio ricordava con coraggio all'imperatore, che egli doveva sapere quanto sudore costava all'agricoltore il denaro esatto e scongiurava il principe a ricordarsi che, in tanta miseria, il miglior bene consisteva nella moderazione delle imposte. Ahimè, il popolo temeva egualmente il barbaro e l'esattore, come due nemici egualmente spietati! Dopo un secolo, i lamenti si fanno anco più acuti e dolorosi, e le leggi raddoppiano di durezza. Non bastano i figli a satollare l'avida rabbia fiscale. Roma è moribonda ormai e, così com'è, è strangolata dagli esattori. Che resta? Resta l'ultimo vituperio del nome romano: la fuga presso i barbari; si rinneghi patria, lingua, costume, libertà, tutto, ma si viva. Ma chi sono in Italia i Barbari? Chi sono coloro che depredano il bene pubblico, che hanno portato, per soddisfare la loro inesaurible sete di potenza e di ricchezza, l’Italia in un baratro profondo dal quale, spero di sbagliarmi, difficilmente potremo uscire? La risposta è facile ed ognuno di noi la sa. Non occorre aggiungere altro. L’eBook è corredato da una vasta Iconografia e da una filmografia sull’Impero Romano.