Figuratevi di essere una potente imperatrice romana, e di avere a disposizione i tre
massimi scrittori del tempo vostro. Li fate chiamare la vigilia d’un grande spettacolo; e
dite loro di porsi nel domani ai tre lati dell’anfiteatro, di guardare bene ogni cosa, e di
scrivervi poi ordinatamente quello che han visto, senza sapere nulla un dell’altro, e senza
mai digredire dal circo, nemmeno coll’immaginazione. I tre vanno e vedono le medesime
cose, ma credete poi che nello scorrere le tre narrazioni voi non ci abbiate a trovare altro
divario che quello inerente alla maggiore o minor coltura, alla maggiore o minore
padronanza della lingua?
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